La Scelta del Mazzo
In molti mi chiedono che mazzo io utilizzi e per quale ragione. Facciamo chiarezza. Come indicazione generale, diciamo che la differenza fondamentale tra una mazzo e l’altro vale in funzione della finalità che ci si pone per la lettura.
Se si utilizza il Tarot solo come mezzo predittivo, si intuisce bene che il simbolismo delle immagini rimane subordinato alle percezione soggettiva e alle capacità sensitive del lettore. Ma, se si intende usare il Tarot come strumento metafisico e simbolico, allora, le differenze rispetto al mazzo che si sceglie diventano molto importanti e, ancor di più, lo sono le regole di lettura che si adottano e la deontologia professionale che il Tarologo dimostra. Per quanto riguarda le regole di letture, esse devono essere: universali, cioè valide per qualunque tarologo che si imbatta nella lettura e non veicolate dall’interpretazione soggettiva; poi devono essere chiare, cioè comprensibili in modo semplice a tutti, e, infine, distinte, ossia definite da un sistema protocollare e verificato. In quest’ottica bisogna tener presente che, per quanto ogni mazzo abbia un proprio valore intrinseco, vi sono alcuni mazzi dotati di una maggior ricchezza simbolica rispetto ad altri.
Ritengo che il mazzo che, dal punto di vista simbolico, presenta possibilità di approfondimenti più interessanti è il mazzo dei Tarocchi di Marsiglia, così come è stato restaurato nella versione Jodorowsky-Camoin. Un mazzo deve, innanzitutto, piacerci, alla vista e al tatto. Quando acquistiamo un mazzo di Tarocchi, per prima cosa, osserviamolo: ci deve piacere, lo dobbiamo sentire. Passiamo in rassegna ogni carta e, soprattutto, tocchiamolo. Ci trasmetterà delle sensazioni. Cosa sentiamo? Cosa ci piace di più? Cosa ci fa venire in mente? Cosa ci fa immaginare? Osserviamo i colori. Cosa ci colpisce? Farà o non farà risuonare parti di noi. E, con questo mazzo, noi faremo gran parte di un cammino. Sarà il nostro compagno di viaggio. Scegliamolo con cura.
Nei miei corsi si studia e lavora col mazzo dei Tarocchi di Marsiglia, e cioè con il mazzo che è, a mio avviso, il più completo e più interessante dal punto di vista simbolico. Potenti e mai banali, i tarocchi di Marsiglia sono attualmente le carte più diffuse nei paesi latini: Italia, Spagna, Francia e tutto il centro e Sudamerica. Il mondo anglosassone è invece più legato ai Tarocchi di fine ottocento inizio novecento. I Tarocchi di Marsiglia, stampati a partire dalla metà del secolo XVII, sono arrivati a noi in edizioni leggermente diverse. E le diverse edizioni prendono il nome dei differenti maestri cartai: Nicolas Conver, François Chosson, Pierre Madenié e molti altri ancora. Si tratta, comunque e sempre, di Tarocchi di Marsiglia, con 78 carte e uno standard comune di rappresentazione. La base del tarocco di Marsiglia rappresentata in questo corso è quella del tarocco di Marsiglia del maestro cartaio Nicolas Conver, conservata presso la Biblioteca Nazionale di Parigi.
Il maestro Nicolas Conver, incisore alla corte del Re di Francia e fondatore della Maison Conver, è considerato uno tra i più importanti cartai di tutti i tempi. Nel 1760 creò uno tra i più celebri e rinomati mazzi di Tarocchi di Marsiglia che, dagli esperti, è giudicato il custode di una straordinaria perfezione. I suoi simboli, infatti, tanto quanto i tratti grafici, gli enigmi dei nomi e i codici dei numeri formano un insieme così interconnesso e coerente da renderlo unico nel suo genere. Per questa ragione, nel corso degli ultimi secoli, e ancor più negli ultimi decenni, diversi autori in tutto il mondo si sono cimentati, più o meno creativamente, nel suo restauro o nella sua ricostruzione, impiegandolo come modello per la creazione di mazzi che, costruiti sulla sua matrice, sono custodi del suo misterioso messaggio.
Il mazzo è costituito da 78 carte, 22 delle quali sono rappresentate dagli Arcani Maggiori e 56 dai cosiddetti Arcani minori. Che differenza c’è tra gli uni e gli altri? E perché alcuni sono maggiori e altri minori?
I maggiori sono i cosiddetti trionfi, come venivano nominati nel 400, e cioè quelle icone che simboleggiano l’Anima, che si prendono cura dell’Anima e, per questo, quindi, maggiori. Minori, invece, sono quelle carte che noi riconosciamo per essere quella con cui giochiamo a scopa, a briscola o a ruba-mazzetto, le carte napoletane, tanto per intenderci, e che corrispondono alla descrizione di aspetti relativi alla personalità del consultante.
E Tu che mazzo prediligi?